EFTC 2018 - Resoconto finale

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gabry
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EFTC 2018 - Resoconto finale

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Pratichiamo tutti questo sport da diversi anni, ma per tutti noi era la prima gara internazionale, per me la seconda gara nella categoria Full. Neofiti quindi, ma pieni di spirito d’avventura, perché di questo si è trattato, di una bellissima avventura.
Siamo arrivati a Fara in Sabina verso le 12 di mercoledì 18 luglio e dopo una sosta al B&B che ci ospitava, ci siamo recati al campo di tiro per una prima “taratura” o azzeramento dell’arma.
Abbiamo capito da subito che le cose non sarebbero state facili, queste le nostre frasi dopo i primi tiri…
Gabriele: Sono più basso di 5 cm e la parallasse mi da i 50m a 45.
Matteo: Non capisco dove sto tirando.
Paolo: La velocità è più bassa.
In aggiunta, sul campo di taratura mancano le indicazioni delle distanze sui bersagli, oltre al caldo, che già ci dà fastidio.
Facciamo una piccola passeggiata per vedere i campi di gara, ci sono tre percorsi, bianco, nero e blu. Vediamo prima il bianco, sembrano non esserci sagome vicine (tutte tra 40 e 50), se non alcune nelle obbligate (ridotte) e nelle inclinate. Del nero guardo solo qualche piazzola inclinata, poi torno indietro, mentre Paolo e Matteo proseguono nella ricognizione, mi riferiranno poi che sarà arduo trovare le sagome nere nella boscaglia.
Il percorso blu invece segue la stradina di accesso ai campi, si vede mentre si pasa in macchina. Ci accorgeremo poi che è il percorso più insidioso (deboli raffiche di vento che risalgono la collina).
Passiamo la notte con il condizionatore non funzionante Grrr… verrà risistemato il giovedì sera.
Il giovedì le cose non cambiano, la mia carabina al mattino ha una velocità di 212 m/s e più tardi quando il sole ci scalda, di 216. Ma io ho la tabella dei click tarata per 218… nessun problema, decido di non modificare nulla e di aumentare di volta in volta i click a memoria.
Paolo ha meno problemi, carabina con velocità più elevata ed ottica con misure fatte con il caldo, non c’è differenza con la parallasse.
Matteo lamenta un problema, ad un certo punto (o ad una certa temperatura) la sua springer cambia velocità, questo non gli permette di capire esattamente quale sia il punto di impatto.
Nella mattinata facciamo una pausa e ci rechiamo da Andràs Fekete-Moro (Maestro Design), dove ci convinciamo della necessità di avere un calciolo adattato sulla nostra posizione di tiro e sulla nostra conformazione fisica. E così sia, io e Matteo ce lo facciamo montare e regolare direttamente da lui, Paolo ne è già provvisto.
Nel pomeriggio riprendiamo le tarature, ma le cose vanno un pochino meglio, abbiamo capito come si comporta la carabina con le alte temperature. Io mi rifaccio le misure sulla ruota, usando i pochi bersagli disponibili nel campo di taratura, 50, 45, 40, 30, 25, 20 e 10, il resto… a naso!
Il primo giorno di gara a me ed a Paolo tocca il percorso Blu, a Matteo il Nero… Al briefing viene ricordato Gioio, mancato inaspettatamente qualche giorno prima dell’evento, un minuto di silenzio, mi tolgo il cappello e stento a trattenere le lacrime… tireremo con il lutto al braccio. Ciao Gioio
Il resto ormai è storia, lo avete già letto nei nostri resoconti giornalieri!
Questi momenti resteranno sempre con noi, qui non c’erano differenze linguistiche, qui non c’erano razze, non c’erano religioni, solo aggregazione e voglia di competere insieme, il fair play sempre palpabile in ogni piazzola ha sorpreso tutti, anche me.
Una esperienza davvero positiva, per quanto ho imparato, per quanti ho conosciuto, per quanti ho rivisto.
Alla prossima!
Gabriele Meggiato
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48/50
Depo
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