Un lungo viaggio, ma è stato bello, bello bello.
A partire dall'hotel Vescovo Rosso di Cosenza con ottimo rapporto qualità prezzo, camere grandi, pulitissime, letto comodo e doccia super.
Superlativa anche la locanda dell'hotel che ha ottimamente servito a più riprese noi lombardi con ottime portate della cucina cosentina, una vera scoperta. Per non parlare della volta, che pur essendo già tutto pernotato, ci hanno comunque rimediato un tavolo per 8 persone. Un vero dispiacere dover partire.
Grande anche il lavoro di Rino, coadiuvato da alcuni suoi corregionali, tra cui non si poteva non notare Saverio, addetto all'accoglienza a base di specialità locali e peperonata; una dimostrazione di ospitalità nella migliore tradizione meridionale.
Due i percorsi ingaggiati, il nero, che pur se corretto e comodo non sembrava particolarmente ispirato, mentre il bianco si vedeva che era stato fatto col cuore, estremamente vario si partiva col bosco, poi si usciva all'aperto con un venticello e correnti d'aria particolarmente insidiose, per proseguire un po' in piano, alcune inclinate verso l'alto comunque comode e mai assurde e concludere con altri tiri lunghi in piano. Il tutto in uno scenario quasi western.
Un percorso che comprendeva tutte le tipologie di tiro e gli scenari, davvero completo. Sarebbe interessante vederlo con più vento, sicuramente tra i migliori d'Italia.
Avendo gareggiato non posso che parlare delle mie gare, visto che le altrui non le ho viste, giusto qualche eco.
Prima di tutto mi è spiaciuto immensamente per Emilio, che al secondo giorno sul percorso più bello ed ad inizio gara è stato colpito da un forte mal di schiena che gli ha permesso a malapena di concludere stoicamente in ginocchio, conseguendo tuttavia un risultato di tutto rispetto se rapportato alle condizioni. A lui vanno gli auguri di una completa e pronta guarigione, anche se purtroppo so che pronta più di tanto non potrà esserlo.....
Clamoroso anche l'errore tecnico di Alessandro Benasi, la cui unica consolazione è l'aver fatto esperienza, sempre e comunque utile anche quella.
E' stato un piacere il primo giorno gareggiare con Domenico Migale e Danilo, la cui Steyr è sempre più bella e sempre con ottiche all'ultimo grido, traspare in lui il piacere per la sperimentazione e la ricerca.
Con mio grande scorno ho pagato dazio ad un venticello piuttosto volubile e malgrado non abbia sofferto troppo sulle obbligate come spesso mi accade, mi sono fermato ad un punto da quella che Vincenzo definisce la soglia del divertimento....

....solo colpa mia, perchè tra l'altro ho anche invertito un bersaglio....
Mentre il secondo giorno ero con Elena, compagna di allenamento a Lazzate, e Rino, che tra i mille impegni dell'organizzazione ha anche trovato il tempo e l'energia di fare la gara. So che non è facile fare entrambe le cose, e quando è toccato a me in gara sono sempre andato male.
Forse ispirato dalla bellezza del percorso questa volta mi è andata meglio, ho solo pagato lo scotto di aver impiegato troppo a capire cosa stava succedendo una volta usciti dal bosco, ma chiunque ha qualcosa da recriminare, fa parte del gioco.
Sfortunata anche Elena, che verso la fine dopo aver invertito ed abbattuto il bersaglio sbagliato, a causa del caldo le è partito un colpo quando lo stava ingaggiando per la seconda volta.
Ringrazio anche Stefania che da ospite essendosi trasformata in addetta al cronografo ha avuto modo di mettere a frutto la propria esperienza. Se ognuno dà un piccolo contributo, assieme si possono fare grandi cose.
Concludo ringraziando Rino e gli amici Calabresi per quanto hanno fatto, siete stati grandi, molto più di quanto io riesca ad esprimere.
Nonchè Fidasc, che ci ha fornito l'ombrello sotto cui stare tutti assieme appassionatamente....
