Dario, mi ero riproposto di abbozzarla con questa discussione per lo meno via-forum per continuarla magari di persona, ma l'argomento mi appassiona, chiedi chiarimenti e un poco travisi le mie parole, dunque...
- Se rileggi bene, NON ho scritto che "avete pensato e stilato un regolamento per fare in modo che tutti hanno ragione a seconda del momento, dell'opportunità e della propria convenienza." Ho scritto di "una (1) sana REGOLA", riferendomi ovviamente a quella del controllo velocità della quale stiamo parlando, e a quale altra altrimenti?...
Lo ribadisco per non essere ancora frainteso: che dal casino, dalla incertezza dei metodi, dalla diversità degli stessi lasciati a discrezione dei singoli, dalla approssimazione di una non-procedura di base non può che derivare altrettanto casino e diversità di interpretazioni.
Tutto ciò, alla fine, può favorire persone (persone generiche, soci, in generale, non il CF, ok?) che si appigliano a questa opinabilità di giudizi e sfavorire altre che sono più coscienziose/tecniche/precise e che credono in una procedura comune con dei punti fermi.
- Riguardo alla camera oscura... anche in questo caso chi ha mai ha detto di istituire un tale laboratorio sul campo?..
E chi ha mai detto che dobbiamo avere un controllo completo sulla luce? Per il nostro scopo, è sufficiente cronografare mettendosi al riparo dalla luce del sole diretto e da luci provenienti lateralmente.
Potrebbe essere già un utile accorgimento posizionare il crono all'ombra di un albero, per esempio, che faccia da muro al sole ma che permetta una visione del cielo chiara e una luce uniforme.
Mi ricordo che tempo fa mi parlasti di dove misuri col tuo chroni sfruttando una finestra alta della mansarda, credo. Ecco, penso che dovresti aver notato che se poi vai a cronografare con lo stesso strumento sotto il sole a palla o ancora peggio con raggi solari inclinati da un lato, si legge anche molti (4-5) metri in più rispetto ad una illuminazione generale, diffusa e non violenta come invece lo è il sole diretto.
Purtroppo i diffusori in plastica bianca forniti per simulare le nuvole (
dico, ci sarà un motivo per cui si raccomanda la simulazione delle nuvole, no?...), per esperienze ripetute in caso di sole pieno diretto funzionano ben poco, ed ecco che le fotocellule non sono irradiate con l'uniformità e intensità necessaria.
E il Chrony sbarella....
(per inciso, anche un Combro, che funziona con un principio diverso dalle classiche fotocellule, sbarella assai se usato sotto la luce diretta del sole (di cui non ha bisogno per funzionare), che manda in tilt i sensori ad infrarosso. Non per niente, al buio, dove nessuna luce interferisce, legge perfettamente).
- Argomento scatolone: non discuto che sia una soluzione rozza, brutta e sicuramente poco scientifica, ma molto economica e realizzabile da chiunque. Ma, soprattutto, efficace e
sufficientemente affidabile, per impedire in ambiente esterno (tipo campi di gara, di taratura, etc.) che la luce solare crei i casini di cui sopra. Non ho brevettato nessuno scatolone al momento

, le misure hanno relativa importanza, l
'importante è far funzionare il crono con meno disturbi possibili.
Fatte le debite prove, (magari non da me, ma da chi se ne intende), si potrebbero fornire delle misure standard da adottare e un tipo di led a striscia tipo quella che Gianni ha applicato con successo sul Prochrono.
La marca dei led avrebbe poca importanza, se si volesse esagerare si potrebbe indicare la potenza o i lumen da applicare. L'alimentazione sarebbe in c. continua, ovviamente.
Poi, interferenze da altre fonti luminose /elettriche/magnetiche, all'aperto ce ne dovrebbero essere poche ed ecco che con poco sforzo si ottiene molto anche sotto un semplice gazebo. Se poi si ha la fortuna di disporre di un qualsiasi ambiente al chiuso nella struttura che ci ospita, tanto meglio, si potrebbe allora usare il kit luci standard consigliato dal costruttore.
- Per l'errore strumentale, nessun paradosso, come dici tu. La ditta può anche garantire una precisione superiore al 99,5%, a patto (e questo non te lo possono scrivere sul manuale, perchè è scontato) che lo si usi correttamente, e non come capita e dove capita senza rispettare i necessari, minimi accorgimenti.
Mi immagino che tale livello di precisione lo abbiano potuto testare e garantire come si deve, e non provandolo con una strobo che girava sopra alle fotocellule...
- Infine, d'accordissimo con te che "Il fatto di capire che si sta sbagliando è però ben lontano dal significare di sapere fare giusto", ma è un punto di partenza, e dico anche che sbagliando si impara, mentre non provando di sicuro si rimane dove si è. Questo, in sintesi, è il mio buon senso.
Aggiungo anche che, se assieme alle prove pratiche fatte dal sottoscritto se ne potesse leggere di altre (e condividerne le esperienze, al solo scopo di imparare tutti un pò di più e non di contraddirsi), il risultato sarebbe senz'altro migliore e più ricco di idee.